17 Marzo 2006
IV Assemblea elettiva della Cia Calabria: Giuseppe Mangone riconfermato presidente
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Alla fine della quarta Assemblea elettiva della Confederazione italiana degli agricoltori della Calabria gli organismi interni eletti sono stati: riconfermato il presidente uscente Giuseppe Mangone e così anche il vicepresidente Michele Drosi.
La presidenza è formata da: Giuseppe Mangone, Michele Drosi, Rosetta Critelli e Franco Belmonte.
La Giunta regionale è formata dai componenti la presidenza e dai cinque presidenti delle Cia delle cinque province calabresi, ossia: Franco Lucia per la Cia di Catanzaro, Itali Garrafa per la Cia di Cosenza, Domenico Petrolo per la Cia di Vibo Valentia, Antonino Inuso per la Cia di Reggio Calabria e Franco Barretta per la Cia di Crotone. A questi si aggiungeranno anche i presidenti delle tre Associazioni di persona, ossia l'Associazione giovani imprenditori agricoli, l'Associazione nazionali pensionati e Donne in Campo.
Nel corso della quarta Assemblea elettiva è entrato nella giunta regionale in maniera ufficiale solo il presidente dell' Anp Franco Ritrovato, mentre gli altri due presidenti avranno la loro ufficializzazione dopo i rispettivi congressi. La Direzione, espressione degli agricoltori e agricoltrici calabresi nonché dei dirigenti territoriali e delle organizzazioni collocate ai vari livelli della struttura, è formata da 60 componenti. L'Assemblea regionale eletta dal congresso è formata da 126 delegati. Tutti gli organi resteranno in carica quattro anni.
Visibilmente emozionati per la loro riconferma il presidente Giuseppe Mangone e il suo vice Michele Drosi alla fine dell'assemblea che si è protratta fino al tardo pomeriggio, hanno ringraziato quanti hanno testimoniato la loro fiducia. "Ripartiamo -ha detto Mangone- dall'agricoltura calabrese della quale non abbiamo mai tralasciato i suoi numerosi problemi. Abbiamo espresso e confermiamo la nostra piena disponibilità con tutte le organizzazioni imprenditoriali, Confindustria compresa, per una vera concertazione che intendiamo, come azione collettiva strategica, con assunzione di responsabilità e che quindi non può essere confusa con incontri di consultazione. Più nello specifico, la concertazione con il governo regionale su tutti i problemi che per essere affrontati presuppongono l'assunzione di provvedimenti da parte di diversi assessorati, se la si vuole veramente deve realizzarsi al tavolo agro-alimentare istituito con la legge regionale 24/2002, mentre tutti i problemi che possono essere affrontati con la sola azione dell'assessorato all'Agricoltura, devono essere discussi al tavolo agricolo presso il dipartimento dell'agricoltura".
"Credo -ha detto Mangone ha ringraziato tutti i delegati che lo hanno rieletto-di poter meritare la fiducia che mi è stata già data dagli agricoltori calabresi negli anni precedenti".
L'incontro, che ha visto la presenza oltre che degli agricoltori anche dei 158 delegati provenienti da tutta la Calabria, è stato aperto con il saluto del vicepresidente Drosi che ha parlato di un "nuovo patto tra l'agricoltura e la società italiana che oggi chiede un ambiente pulito e un paesaggio gradevole e incontaminato, un territorio protetto e messo in sicurezza, coesione e inclusione sociale, freschezza e qualità degli alimenti garantite da regole produttive e di immissione sul mercato. La Cia -ha detto- ha l'ambizione di poter contribuire a scrivere un nuovo grande capitolo di crescita e di sviluppo dell'agricoltura nel Paese e nella Regione".
Molto articolato e analitico l'intervento del presidente Mangone il quale ha riferito di un'annata agricola, quella del 2005, quanto mai difficile per gli agricoltori soprattutto per quanto riguarda i redditi ricavati che sono stati insufficienti e per alcune produzioni al di sotto dei costi di produzione a causa delle ricorrenti crisi di mercato, soprattutto nell'ortofrutta. "I problemi del reddito non possono essere più rinviati urge trovare soluzioni agendo in più direzioni". La prima, riguarda il divario tra prezzi pagati ai produttori e prezzi al consumo finale che ammazza i produttori e scoraggia i consumatori.
Secondo Mangone, la colpa sta nello strapotere della grande distribuzione in continua espansione. La seconda direzione è quella delle filiere e degli strumenti organizzativi dell'agricoltura: "Occorre costituire una moderna ed efficace organizzazione di filiera in grado di assicurare uno sbocco sui grandi mercati europei ed internazionali".
Per il presidente Cia ci vogliono inoltre strumenti di gestione delle crisi, che agiscono come cassa di compensazione, in grado di garantire la copertura dei costi di produzione della aziende agricole anche nella annate nere. La terza direzione è quella della competitività del made in Italy. "Un sostegno specifico – ha riferito Mangone - dovrebbe essere rivolto alle imprese che operano nelle aree rurali svantaggiate, attraverso l'introduzione di una fiscalità di vantaggio, in maniera tale da aumentare la loro capacità competitiva". Successivamente il presidente ha parlato del documento politico approvato dalla direzione nazionale che rilancia la proposta del nuovo "patto con la società". "Una proposta -ha riferito- che rappresenta l'impegno ad avviare una forte iniziativa politica per riproporre ruolo e funzione dell'agricoltura nell'economia e nella società".
Dopo aver parlato dell'autoriforma della Cia, Mangone si è soffermato sull'economia regionale in cui, a distanza di quasi un anno dall'insediamento del nuovo Governo, non si evidenziano quei segnali di ripresa dell'economia da tutti auspicata, ma una situazione di ristagno e di recessione. "L'unico indice di crescita -ha detto il presidente- è quello della criminalità. Il sistema burocratico amministrativo, al di là degli sforzi di qualche singolo assessore, permane in una condizione di forte inefficienza e rappresenta un grosso ostacolo allo sviluppo". Altro elemento su cui si è soffermato Mangone è l'instabilità del Governo regionale le cui 20 giunte, dalla costituzione della Regione ad oggi, sono state protagoniste di una sequela di crisi risolte con conseguenti rimpasti. "Nella prossima competizione elettorale sono candidati un numero elevato di assessori regionali con il rischio di far piombare la regione in una situazione di paralisi".
All'incontro sono intervenuti sia il presidente della Regione Agazio Loiero sia l'assessore all'Agricoltura Mario Pirillo. Entrambi hanno manifestato il loro impegno a promuovere il decollo del comparto agricolo: "nonostante abbiamo ereditato una situazione economica disastrosa", hanno riferito. Erano presenti, tra gli altri, il senatore Nuccio Iovine, il presidente dell'Arsa Valerio Donato, il capogruppo Ds al Consiglio regionale Franco Pacenza, il presidente Sviluppo Italia Calabria Lamberti Castronovo, il presidente dell'Arssa Valerio Donato e Angiolina Oliveti presidente Assogal.
Le conclusioni sono state di Alessandro Salvadori, componente della presidenza nazionale della Cia, secondo il quale "La politica deve dare agli agricoltori un segnale di qualità, per rendere le risorse disponibili a che vive la crisi di un'agricoltura allo sbando e tempestata da gravi disagi. Sull'attività svolta fino ad ora dal Governo non possiamo che dare un giudizio negativo. L'agricoltura si avvia verso la multifunzionalità. Noi siamo pronti ma la politica deve aiutarci in questa svolta che non riguarda solo il nostro paese ma l'intera comunità europea".
Alla fine della quarta Assemblea elettiva della Confederazione italiana degli agricoltori della Calabria gli organismi interni eletti sono stati: riconfermato il presidente uscente Giuseppe Mangone e così anche il vicepresidente Michele Drosi.
La presidenza è formata da: Giuseppe Mangone, Michele Drosi, Rosetta Critelli e Franco Belmonte.
La Giunta regionale è formata dai componenti la presidenza e dai cinque presidenti delle Cia delle cinque province calabresi, ossia: Franco Lucia per la Cia di Catanzaro, Itali Garrafa per la Cia di Cosenza, Domenico Petrolo per la Cia di Vibo Valentia, Antonino Inuso per la Cia di Reggio Calabria e Franco Barretta per la Cia di Crotone. A questi si aggiungeranno anche i presidenti delle tre Associazioni di persona, ossia l'Associazione giovani imprenditori agricoli, l'Associazione nazionali pensionati e Donne in Campo.
Nel corso della quarta Assemblea elettiva è entrato nella giunta regionale in maniera ufficiale solo il presidente dell' Anp Franco Ritrovato, mentre gli altri due presidenti avranno la loro ufficializzazione dopo i rispettivi congressi. La Direzione, espressione degli agricoltori e agricoltrici calabresi nonché dei dirigenti territoriali e delle organizzazioni collocate ai vari livelli della struttura, è formata da 60 componenti. L'Assemblea regionale eletta dal congresso è formata da 126 delegati. Tutti gli organi resteranno in carica quattro anni.
Visibilmente emozionati per la loro riconferma il presidente Giuseppe Mangone e il suo vice Michele Drosi alla fine dell'assemblea che si è protratta fino al tardo pomeriggio, hanno ringraziato quanti hanno testimoniato la loro fiducia. "Ripartiamo -ha detto Mangone- dall'agricoltura calabrese della quale non abbiamo mai tralasciato i suoi numerosi problemi. Abbiamo espresso e confermiamo la nostra piena disponibilità con tutte le organizzazioni imprenditoriali, Confindustria compresa, per una vera concertazione che intendiamo, come azione collettiva strategica, con assunzione di responsabilità e che quindi non può essere confusa con incontri di consultazione. Più nello specifico, la concertazione con il governo regionale su tutti i problemi che per essere affrontati presuppongono l'assunzione di provvedimenti da parte di diversi assessorati, se la si vuole veramente deve realizzarsi al tavolo agro-alimentare istituito con la legge regionale 24/2002, mentre tutti i problemi che possono essere affrontati con la sola azione dell'assessorato all'Agricoltura, devono essere discussi al tavolo agricolo presso il dipartimento dell'agricoltura".
"Credo -ha detto Mangone ha ringraziato tutti i delegati che lo hanno rieletto-di poter meritare la fiducia che mi è stata già data dagli agricoltori calabresi negli anni precedenti".
L'incontro, che ha visto la presenza oltre che degli agricoltori anche dei 158 delegati provenienti da tutta la Calabria, è stato aperto con il saluto del vicepresidente Drosi che ha parlato di un "nuovo patto tra l'agricoltura e la società italiana che oggi chiede un ambiente pulito e un paesaggio gradevole e incontaminato, un territorio protetto e messo in sicurezza, coesione e inclusione sociale, freschezza e qualità degli alimenti garantite da regole produttive e di immissione sul mercato. La Cia -ha detto- ha l'ambizione di poter contribuire a scrivere un nuovo grande capitolo di crescita e di sviluppo dell'agricoltura nel Paese e nella Regione".
Molto articolato e analitico l'intervento del presidente Mangone il quale ha riferito di un'annata agricola, quella del 2005, quanto mai difficile per gli agricoltori soprattutto per quanto riguarda i redditi ricavati che sono stati insufficienti e per alcune produzioni al di sotto dei costi di produzione a causa delle ricorrenti crisi di mercato, soprattutto nell'ortofrutta. "I problemi del reddito non possono essere più rinviati urge trovare soluzioni agendo in più direzioni". La prima, riguarda il divario tra prezzi pagati ai produttori e prezzi al consumo finale che ammazza i produttori e scoraggia i consumatori.
Secondo Mangone, la colpa sta nello strapotere della grande distribuzione in continua espansione. La seconda direzione è quella delle filiere e degli strumenti organizzativi dell'agricoltura: "Occorre costituire una moderna ed efficace organizzazione di filiera in grado di assicurare uno sbocco sui grandi mercati europei ed internazionali".
Per il presidente Cia ci vogliono inoltre strumenti di gestione delle crisi, che agiscono come cassa di compensazione, in grado di garantire la copertura dei costi di produzione della aziende agricole anche nella annate nere. La terza direzione è quella della competitività del made in Italy. "Un sostegno specifico – ha riferito Mangone - dovrebbe essere rivolto alle imprese che operano nelle aree rurali svantaggiate, attraverso l'introduzione di una fiscalità di vantaggio, in maniera tale da aumentare la loro capacità competitiva". Successivamente il presidente ha parlato del documento politico approvato dalla direzione nazionale che rilancia la proposta del nuovo "patto con la società". "Una proposta -ha riferito- che rappresenta l'impegno ad avviare una forte iniziativa politica per riproporre ruolo e funzione dell'agricoltura nell'economia e nella società".
Dopo aver parlato dell'autoriforma della Cia, Mangone si è soffermato sull'economia regionale in cui, a distanza di quasi un anno dall'insediamento del nuovo Governo, non si evidenziano quei segnali di ripresa dell'economia da tutti auspicata, ma una situazione di ristagno e di recessione. "L'unico indice di crescita -ha detto il presidente- è quello della criminalità. Il sistema burocratico amministrativo, al di là degli sforzi di qualche singolo assessore, permane in una condizione di forte inefficienza e rappresenta un grosso ostacolo allo sviluppo". Altro elemento su cui si è soffermato Mangone è l'instabilità del Governo regionale le cui 20 giunte, dalla costituzione della Regione ad oggi, sono state protagoniste di una sequela di crisi risolte con conseguenti rimpasti. "Nella prossima competizione elettorale sono candidati un numero elevato di assessori regionali con il rischio di far piombare la regione in una situazione di paralisi".
All'incontro sono intervenuti sia il presidente della Regione Agazio Loiero sia l'assessore all'Agricoltura Mario Pirillo. Entrambi hanno manifestato il loro impegno a promuovere il decollo del comparto agricolo: "nonostante abbiamo ereditato una situazione economica disastrosa", hanno riferito. Erano presenti, tra gli altri, il senatore Nuccio Iovine, il presidente dell'Arsa Valerio Donato, il capogruppo Ds al Consiglio regionale Franco Pacenza, il presidente Sviluppo Italia Calabria Lamberti Castronovo, il presidente dell'Arssa Valerio Donato e Angiolina Oliveti presidente Assogal.
Le conclusioni sono state di Alessandro Salvadori, componente della presidenza nazionale della Cia, secondo il quale "La politica deve dare agli agricoltori un segnale di qualità, per rendere le risorse disponibili a che vive la crisi di un'agricoltura allo sbando e tempestata da gravi disagi. Sull'attività svolta fino ad ora dal Governo non possiamo che dare un giudizio negativo. L'agricoltura si avvia verso la multifunzionalità. Noi siamo pronti ma la politica deve aiutarci in questa svolta che non riguarda solo il nostro paese ma l'intera comunità europea".