17 Febbraio 2005

Innovazione e professionalità. Ricerca - Servizi di sviluppo - Formazione

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Scheda di approfondimento

LA RICERCA ED IL TRAFERIMENTO DELLE CONOSCENZE

La situazione attuale

La competitività delle imprese e dei sistemi agricoli territoriali è impensabile senza la capacità di innovarsi costantemente nei prodotti, nei processi e nell'organizzazione produttiva.
Il sistema della ricerca e della sperimentazione in agricoltura e, più in generale, nell'agroalimentare evidenzia da decenni forti criticità, pressoché unanimemente riconosciute. In questi ultimi anni la riorganizzazione degli Istituti di ricerca afferenti al Mipaf con la creazione del C.R.A. e quella del C.N.R., con la costituzione, tra l'altro, di uno specifico Dipartimento Agroalimentari, hanno posto le basi per il superamento dell'eccessivo frazionamento, che caratterizzava il sistema, e per una più organica programmazione e gestione delle attività. Permangono però tutti i problemi relativi alla scarsità dei finanziamenti, al difficile collegamento con il mondo produttivo, alla forte dipendenza dall'estero per la ricerca di base.
Alcuni elementi di criticità, aggravati negli ultimi anni, mostrano la necessità di un radicale mutamento delle politiche sulla ricerca in Italia, prima di tutto affrettando la realizzazione del nuovo Piano Nazionale della Ricerca, attualmente fermo allo stadio di "linee guida".
Nel settore agricolo ed agroalimentare, ci sono alcuni segnali positivi: il Mipaf in questi ultimi anni è stato il Ministero che più ha investito in ricerca, è stata portata a termine la riforma degli Enti (CRA, INRAN, INEA, ISMEA); ma riscontra ancora una certa mancanza di visione strategica unitaria, orientata alle reali possibilità di sviluppo delle imprese e dei sistemi agricolo territoriali, concertata con le Regioni e partecipata dal mondo imprenditoriale.
Nonostante la fortissima prevalenza del pubblico sul privato, per mancanza di risorse le strutture cercano l'autofinanziamento sulla base di bandi di gara (europei e nazionali) o rispondendo alle richieste locali di sperimentazione finalizzata, con difficoltà a sviluppare programmi di ricerca pre-applicativa in settori strategici, come risorse biologiche, processi a base biologica, micrometeorologia, ecofisiologia, sistemi informativi, nuovi materiali e processi. In questi campi, infatti, la dipendenza dall'estero nella ricerca rischia di bloccare la crescita dell'agricoltura di qualità o di relegarla alle dimensioni di nicchia.
A questi problemi si sommano nel medio periodo gli effetti di una carenza di dibattito reale, in ritardo in Italia rispetto a molti altri paesi europei, sul ruolo sociale della scienza e della tecnica, sul rapporto tra scienza ed etica. In generale si assiste ad una crescente sfiducia nella possibilità della scienza di fornire soluzioni a problemi reali, nonostante si viva in un ambiente sempre più tecnologizzato. Questa situazione riscontrabile, per esempio, nel calo di iscrizioni alle facoltà scientifiche e nel disinteresse di molti per i problemi della ricerca, rappresenta un nodo di fondo per lo sviluppo della nostra agricoltura.

Accanto ai problemi della ricerca, con l'interruzione degli aiuti comunitari e con il venir meno dei vincoli imposti dal Reg.CE 270/79, si è avuto un generale processo di ridimensionamento dei servizi regionali di divulgazione ed assistenza tecnica. La situazione è molto diversificata tra le Regioni, con esempi di esperienze innovative anche nel rapporto tra competenze pubbliche e private insieme a realtà con totale destrutturazione. In generale si evidenzia una forte difficoltà ad azioni programmate pluriennali collegate alle politiche di sviluppo ed alle necessità specifiche del territorio e delle imprese.

Le esigenze delle imprese

A differenza di quanto si possa superficialmente immaginare lo sviluppo orientato alla qualità ed al territorio necessita di ricerca biologica in senso ampio (non solo applicativa) per aumentare la sostenibilità ambientale, l'adattabilità, la resistenza, il valore nutrizionale e salutistico dei prodotti agricoli ed agroalimentari.
I processi produttivi di qualità richiedono, inoltre, innovazioni tecnologiche (per esempio metodiche di diagnostica avanzate) ed organizzative, anche per facilitare le modalità di controllo e per ridurne i costi.
Le modifiche della pac aumentano i gradi di libertà nelle scelte imprenditoriali, ma per trasformare queste potenzialità in concrete opportunità di realizzazione imprenditoriale è necessario sviluppare innovazioni relative alla biodiversità, alle agroteconologie biologiche, alla salvaguardia e valorizzazione del materiale genetico locale, ai prodotti e processi agroenergetici, alle agrotecnologie per la salvaguardia e la valorizzazione dell'ambiente.
Per adottare con successo queste innovazioni nella maggior parte dei casi le imprese sono chiamate a ristrutturare completamente la propria organizzazione produttiva ed il sistema di relazioni con diversi soggetti economici ed istituzionali sul territorio. Per questo è necessario un forte rilancio dei sistemi regionali di sviluppo agricolo, con una ridefinizione dei modelli organizzativi, per garantire servizi di consulenza personalizzati e permanenti.

La proposte della Cia

1. E' necessario accelerare la definizione del Piano Nazionale della Ricerca, coinvolgendo le Regioni (la ricerca è costituzionalmente materia concorrente) ed il mondo imprenditoriale. Occorre trovare forme nuove e diversificate di rapporto tra impresa e ricerca, non dimenticando il ruolo delle piccole e medie imprese (tra le quali le imprese agricole e la maggior parte di quelle agroalimentari). Queste hanno maggiori difficoltà a partecipare finanziariamente ai programmi di ricerca, ma nello stesso tempo svolgono una funzione economica e sociale fondamentale per il nostro Paese e non possono rimanere fuori dalla promozione e gestione delle innovazioni.
2. Nel settore agroalimentare, dopo la riforma degli Enti, occorre operare per costruire una visione strategica unitaria. In questo ambito è sicuramente da valorizzare le esperienze di coordinamento tra le Regioni, che con un'ottica di rete, hanno avviato l'emanazione di bandi interregionali sulla ricerca e sperimentazione.
3. Dopo la riforma degli Enti di ricerca in agricoltura e la creazione di un dipartimento agroalimentare nel CNR è opportuno operare in rete, anche in collegamento con l'università, per favorire una certa specializzazione dei centri, il rafforzamento delle relazioni internazionali e la promozione di poli di eccellenza. In questo ambito è importante promuovere, oltre alla ricerca finalizzata, anche quella di base e preapplicativa nei settori strategici dello sviluppo, in accordo, inoltre, con il rinnovato interesse comunitario per la cosiddetta ricerca curiosity driven.
4. Occorre operare per favorire il trasferimento dei risultati della ricerca, il collaudo e la diffusione delle innovazioni in un quadro organico di rinnovamento e rilancio dei sistemi regionali dei servizi di sviluppo agricolo. I servizi sono chiamati a coniugare l'innovazione con l'implementazione di strategie competitive di qualità per mantenere e conquistare spazi di mercato, in un ottica di consulenza globale, interdisciplinare e personalizzata all'impresa.
Per raggiungere questi obiettivi è necessario rivedere il quadro legislativo regionale sui servizi, qualificare gli operatori ed i tecnici, definire e sperimentare nuovi modelli organizzativi di rapporto tra strutture pubbliche e private, attivando sistemi di "accreditamento", che garantiscano, nelle strutture private, competenza, affidabilità, capacità di relazionarsi con l'impresa agricola e con il territorio. In questo quadro, la logica dei bandi, richiesta dalla UE ed opportuna per assicurare efficienza operativa, deve essere coniugata con la necessità di programmare attività anche di respiro pluriennale.
La riforma degli interventi di sviluppo rurale, prevista dalla nuova pac, che introduce le azioni di consulenza aziendale e pone l'attenzione, oltre che sulla formazione, anche sul trasferimento dell'innovazione, rappresenta un'importante opportunità per questa azione di rilancio dei servizi di sviluppo agricolo.
Anche nei servizi, infine, come detto per la ricerca, è necessario individuare modalità, strumenti e forme organizzative affinché l'accesso all'innovazione sia possibile anche alla piccola azienda agricola che intende operare per il mercato e che tanta importanza riveste sul piano economico e sociale nel nostro Paese.
LA FORMAZIONE IN AGRICOLTURA


Il quadro Comunitario

Nel Consiglio europeo straordinario tenutosi a Lisbona dal 23 al 24 marzo del 2000, i capi di Governo dei paesi dell'Unione europea si proponeva un chiaro obiettivo strategico; di far diventare, in dieci anni, l'Europa "la più competitiva e dinamica economia del mondo basata sulla conoscenza, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale".
Quindi l'Europa riconosceva nella "conoscenza" l'elemento strategico per la competitività, in quanto rilevava che, Stati Uniti e Giappone, avevano nelle risorse umane, imprenditoriali e no, un grado di istruzione e professionalità notevolmente maggiore che in Europa.
In modo particolare si individuavano, in un "Modello sociale europeo ", tra gli altri, i seguenti obiettivi:
- Aumentare gli investimenti pro capite in risorse umane.
- Trasformare scuole e centri di formazione, tutti collegati a internet, in centri locali di apprendimento plurifunzionali accessibili a tutti.
- Stabilire partenariati tra scuole, centri di formazione, aziende e strutture di ricerca.
- Definire un quadro europeo per definire le nuove competenze di base da fornire lungo tutto l'arco della vita.
- Attribuire una più elevata priorità alla formazione lungo l'arco della vita attraverso la promozione di accordi tra le parti sociali, anche in materia di innovazione, sfruttando la complementarietà tra apprendimento continuo e adattabilità delle imprese, mediante una gestione flessibile dell'orario di lavoro e dell'impiego a rotazione e introducendo un riconoscimento europeo per aziende particolarmente avanzate.
C'è da dire, comunque, che a metà del percorso, meno della metà degli obiettivi parziali sono stati raggiunti e molte sono le pressioni per una revisione della Strategia, per un suo rafforzamento o per un suo superamento (Comunicazione del Consiglio "Istruzione e Formazione 2010", l'urgenza delle riforme per la riuscita della strategia di Lisbona, aprile 2004, Rapporto del Gruppo di Alto Livello di Kim Kok, novembre 2004, Dichiarazione di Copenhagen sulla Formazione e l'Istruzione professionale del 30 Novembre 2002 e il Comunicato di Maastricht del 14 dicembre del 2004).
Questo per sottolineare, semmai ce ne fosse bisogno, quanto istruzione e formazione, siano importanti nelle scelte UE e quanto lo siano per raggiungere l'obiettivo della competitività delle produzioni comunitarie.




Il Cambiamento

Altro elemento importante è il cambiamento, che induce competitività ma che è, a sua volta, indotto dalla competitività. Il cambiamento è epocale: è trasversale a tutti i settori della società ed in tutti i paesi. Cambiamenti dei rapporti fra gli Stati, l'allargamento UE, le risorse energetiche, il clima, le riforme Istituzionali, quelle legislative, i rapporti con le OOPPAA, all'interno della stessa organizzazione di riferimento.
Anche il cambiamento induce, necessita di adattamento, non subirlo ma cercare di governarlo, anche qui la formazione è un elemento strategico. Non solo verso le imprese e gli imprenditori, o verso gli operatori, ma anche le stesse organizzazioni di rappresentanza.


Le tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione e l'Innovazione

Vengono riconosciuti universalmente come strumenti essenziali per lo sviluppo e necessariamente per la competitività. In quest'ambito il trasferimento della conoscenza alle imprese diventa essenziale. Per questo i Servizi di Sviluppo Agricolo, i Servizi di Consulenza Aziendale (del resto riaffermati nella Proposta di Regolamento del Consiglio Europeo "sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR )" assumono ancor di più un ruolo indispensabile e la formazione professionale ne è parte integrante.
Non va dimenticata, comunque, la necessità di compensare i "nuovi analfabetismi" indotti dalle TIC.

Il quadro italiano

La Riforma del titolo V della Costituzione che trasferisce alle Regioni le competenze sulla potestà legislativa concorrente in generale su tutta l'istruzione e potestà legislativa esclusiva in particolare su "istruzione e formazione professionale".
Riforma Moratti, proposta di "Decreto delegato sul secondo ciclo di istruzione in attuazione della legge n°53 del 2003 ": la Cia ha espresso la sua posizione congiuntamente ad ABI, AGCI, ANIA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFETRA, CONFINDUSTRIA, CONFESERVIZI, LEGACOOP, in modo particolare sul collegamento con il territorio e governance (riconoscimento del ruolo formativo dell'impresa e allargamento dei Consigli di Istituto realizzando dei Consigli di Amministrazione con rappresentanze del territorio e delle categorie produttive ).

La Formazione Continua e gli strumenti finanziari

Il Fondo Sociale Europeo
La legge 236/93 (legge-quadro, che con l'art. 9, comma 5 istituisce il Fondo unico per la formazione professionale )
La legge 53/00
L'art. 118 della legge 388/2000 (Finanziaria 2001 )
L'art. 4 della legge 383/01 (Tremonti bis)


Le Strategie e le Politiche Cia ( Le proposte )

La Cia ha fatto, anni fa, una scelta strategica e di indirizzo sulla qualità, sulle produzioni di qualità, per cui quanto detto va visto anche in funzione di questa scelta.
In questo senso anche il Consiglio europeo di Barcellona (marzo 2002) ha affermato che l'istruzione è una delle basi del modello sociale europeo e che i sistemi europei dovranno diventare entro il 2010 un " riferimento di qualità mondiale".
Politicamente a livello nazionale c'è la necessità di accelerare i tempi per l'attivazione del Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua in agricoltura.
Maggiore attenzione per la formazione continua degli imprenditori (Piccole imprese agricole, giovani e donne).
Rafforzamento dell'Ente bilaterale, Agriform per un suo maggiore utilizzo per le indagini sui fabbisogni formativi in agricoltura.
Data base e preparazione di materiale didattico, in modo particolare verso elementi per l'autoapprendimento assistito, e-learning in generale.
Pensare all'organizzazione di un sistema integrato di istruzione, formazione, ricerca e trasferimento tecnologico utilizzando le opportunità offerte dalla PAC e dal nuovo Regolamento sul sostegno allo sviluppo rurale.Un richiamo generale, infine, alla necessità di riposizionare la valutazione del ritorno degli investimenti fatti in formazione, specie sotto il profilo della sostenibilità delle attività agricole, con parametri che travalicano il mero beneficio ai destinatari diretti proiettando il valore del "cambiamento sostenibile" nella reale dimensione di irrinunciabile leva per mantenere gli eco-equilibri e beneficio per l'intera società.

I punti su cui dovremmo agire sono:

Calare la Formazione professionale sugli effettivi fabbisogni formativi (Indagine sui fabbisogni) e quindi sulla base di questi fabbisogni e relativa attivazione di:

Formazione imprenditori
Formazione addetti
Formazione alla Multifunzionalità
Accreditamento: necessità di realizzare su tutto il territorio nazionale il sistema di accreditamento delle sedi formative secondo il D.M. n. 166 del 25/05/01. Accreditamento delle sedi formative e delle sedi orientative e relativa reciprocità di riconoscimento fra i vari sistemi regionali.
Incrementare partecipazione ai

bandi indetti da vari Enti sul territorio (ob. 3, ecc.,) ( Partecipazione a bandi )
Rafforzare i Partenariati locali e transnazionali
Portare a sistema i gruppi locali per la progettazione

In questo quadro diventa importante:

Rinnovamento del sistema di gestione delle risorse umane (già affrontato in sindacato e organizzazioni professionali ) del tipo Gestione (Governo) delle Competenze (formazione interna) attraverso:

Rinnovamento della Formazione di formatori, addetti, (mutando la visione legata ad una formazione tecnico-specialistica del personale, a favore di aspetti motivazionali ed all'attenzione al clima organizzativo del personale e alla crescita di ruolo;
Allargamento Database di docenti, partner di livello nazionale e transnazionale
Perfezionamento monitoraggio bandi e risorse di livello nazionale e transnazionale