15 Marzo 2006

Da oggi la Cia siciliana a congresso. 250 delegati per rinnovare gli organismi e tracciare la rotta dell'organizzazione

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Ha avuto inizio stamani presso l'Hotel Costa Verde di Cefalù, la 4° Assemblea elettiva della Confederazione italiana agricoltori della Sicilia. I lavori sono stati aperti dalla relazione del presidente regionale Carmelo Gurrieri. Hanno dato il loro contributo al dibattito rappresentanti di istituzioni, forze sociali e produttive e politici. Presenti tra gli altri: Angelo Capodicasa e Rosario Rappa, segretari regionali rispettivamente dei Ds e di Rifondazione Comunista, la candidata a presidente della Regione, Rita Borsellino, i presidenti di Legacoop Sicilia, Elio Sanfilippo, di Confagricoltura, Cesare Di Vincenzo, Michele Lonzi per l'Assessorato regionale all'Agricoltura. I lavori verranno chiusi domani con l'elezione dei nuovi organismi dirigenti e con l'intervento del presidente nazionale Giuseppe Politi.
Tra i temi posti al centro del dibattito della platea congressuale della Cia Sicilia che conta oggi la presenza di 250 delegati, la crisi dell'agricoltura regionale che nella sua gravità preoccupa e non poco tutti gli operatori del settore. Le sue cause da ricercarsi nella debolezze strutturali del sistema agro-alimentare: frammentato, disorganizzato e poco orientato al mercato. "Tutto ciò -ha dichiarato Carmelo Gurrieri- insieme ad un peso ormai insostenibile dei costi dei fattori di produzione determina la perdita di competitività delle produzioni isolane sia sui mercati internazionali che in quello interno".
Il grido di allarme sul grave stato di salute dell'agricoltura isolana era già stato lanciato dalla Cia un paio di anni fa, quando la prima grave crisi di mercato aveva falcidiato i redditi dei produttori di primizie della fascia trasformata della Sicilia sud-orientale. L'allarme non è stato raccolto e nemmeno è stato dato seguito agli impegni presi dal governo nazionale e da quello regionale di convocare le Conferenze nazionale e regionale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale.
Rispetto alla grave situazione in atto in Sicilia, ma anche nel resto del Paese, la Cia propone la realizzazione di un nuovo patto tra agricoltura e società che riconosca e difenda dai tanti attacchi provenienti anche da autorevoli rappresentanti dei governi europei, il ruolo positivo e la funzione sociale dell'agricoltura che non produce soltanto beni alimentari, ma assicura anche manutenzione, tutela e valorizzazione del territorio, dell'ambiente e del paesaggio. Risorse queste di straordinaria importanza, e anche dal punto di vista economico, per la nostra regione.
Ma per ottenere questo riconoscimento il mondo agricolo ha bisogno di forza e deve mettersi in gioco per esprimere maggiore unità del mondo della rappresentanza. Ecco perché la Cia in questa assemblea elettiva vuole stimolare l'avvio di un nuovo processo di riaggregazione della rappresentanza e del ruolo delle stesse organizzazioni. "L'obiettivo -ha spiegato Gurrieri- è quello di far pesare e contare di più e meglio gli agricoltori coinvolgendoli in una nuova costituente agricola dove i produttori possano esprimere un maggiore protagonismo".
Le ricette per la crisi dell'agricoltura siciliana e italiana sono da ricercare in politiche di forte innovazione capaci di restituire redditività all'attività agricola e che la Cia siciliana individua in due percorsi: da una parte la riduzione dei costi di produzione, tra cui quelli contributivi, energetici, dei trasporti; dall'altra un processo di riorganizzazione e di ristrutturazione del sistema produttivo che dia la spinta all'innovazione aziendale e all'aggregazione associativa. Su queste tematiche la Cia chiede l'impegno dei nuovi governi, sia nazionale che regionale, che saranno determinati dall'esito della prossima consultazione elettorale.