20 Marzo 2006
Cia Liguria: Ivano Moscamora confermato presidente
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Ivano Moscamora è stato riconfermato alla guida della Confederazione italiana agricoltori della Liguria per il prossimo quadriennio dalla nuova Direzione regionale, eletta dai sessantotto delegati riuniti nella sala Paganini dell'hotel Bristol a Genova. Fino al 2010 sarà affiancato dalla vicepresidente Gianna Benedetti. Entrambi faranno parte della nuova Direzione regionale, composta anche da Daniela Zilli (Regionale), Riccardo Giordano, Paolo Anselmi, Franco Ardissone, Gianfranco Croese (Imperia), Aldo Alberto, Osvaldo Geddo, Valtero Sparso (Savona), Antonio Travo, Giulio Malavolti (Genova), Andreina Traversoni (La Spezia).
L'intervento del presidente uscente Moscamora si è focalizzato sulle esigenze dell'agricoltura ligure per superare il difficile momento di crisi: "Oggi all'agricoltura serve un progetto che provi a farci immaginare cosa può ambire ad essere questo comparto, quale prospettiva può traguardare per affrontare e superare una fase di vera e propria crisi strutturale. L'idea che a questo paese bastasse rendere meno forti le tutele e lo stato sociale, più incerto il lavoro, alleggerire dal peso fiscale alcune tipologie di imprese e fasce di reddito, tagliare risorse agli enti locali per far ripartire l'economia attraverso il ruolo salvifico di un mercato incontrollato, ha reso evidente il proprio fallimento. Siamo di fronte ad un settore che perde reddito, competitività e quote di mercato a scapito di altri paesi non tutti in via di sviluppo".
Moscamora ha poi analizzato le prospettive di collaborazione regionale tra istituzioni e mondo agricolo: "La nuova Giunta regionale ha ripreso immediatamente a rendere operativo ed efficace il tavolo verde, ridandogli dignità ed operatività adeguata, e ha aperto un confronto serio sulle metodologie con le quali affrontare il nuovo periodo di programmazione e, soprattutto, ha assunto il nostro documento 'Idee per un progetto' come metodo di lavoro. Credo che al settore farebbe comunque bene un momento di controllo e riflessione con gli altri attori dell'economia regionale, con le amministrazioni, i consumatori, il mondo ambientalista e i portatori di interessi diffusi".
Tre gli obiettivi per potenziare il settore: "Dobbiamo puntare ad avere, alla fine del prossimo Piano di sviluppo rurale 2007-2013, più aziende, più grandi, più robuste e più giovani. Il primo punto si raggiunge attivando tutte le misure possibili per favorire la messa a disposizione del terreno agevolando, attraverso la fiscalità locale, chi affitta creando degli strumenti di garanzia a favore dei proprietari che si rendono disponibili, e ripensando la legge regionale sulle terre incolte che, senza alcuna velleità espropriativa, torni ad essere uno strumento di stimolo alla mobilità fondiaria. Per ingrandire e irrobustire le imprese, sarà decisiva la funzione dei servizi di sviluppo e sostegno all'impresa agricola e ad una politica di rafforzamento delle forme di associazionismo economico, a partire dalla cooperazione. Il ricambio generazionale interno al settore dovrà essere sostenuto da misure come premi alla fasce d'età più basse e prepensionamenti, privilegiando la fornitura dei servizi e supporti a chi si insedia e legando l'erogazione del contributo ad un percorso di accompagnamento e tutoraggio".
Moscamora ha sollevato, infine, alcune perplessità sulle tematiche della certificazione e del lavoro: "La difficoltà di vedere riconosciuta la qualità dei nostri prodotti è testimoniata dalla fatica con la quale decollano i sistemi di certificazione delle produzioni, compresa la Dop. La scelta della qualità è irrinunciabile, ma probabilmente va rivisto il sistema della certificazione, semplificando le procedure e rendendo più basso possibile l'onere che si deve sopportare. Sul fronte della manodopera rimane complessa e macchinosa la procedura per reperirla, tanto più quando si tratta di lavoratori stranieri, con la umiliante lotteria dei permessi quotati che non consente alle imprese di poter programmare con certezza la propria attività, e le costringe a procedure burocratiche francamente eccessive e immotivate".
Dopo l'apertura dei lavori, si sono alternati i saluti degli ospiti: Claudio Pontiggia (Lega regionale cooperative), Giancarlo Cassini (assessore regionale all'Agricoltura), Alessandro Repetto (presidente della Provincia), Germano Gadina (vicepresidente regionale Coldiretti), Adriano Tuo (direttore regionale dell'associazione allevatori), Remo Tamburini (consiglio regionale Unipol), Vanda Valentini (Flai Cgil).
Particolarmente incisivi si sono rivelati gli interventi dei presidenti provinciali della Cia. Ha iniziato Andreina Traversoni di La Spezia: "I giovani sono il futuro dell'associazione. Molti sono entrati in azienda con forte entusiasmo, puntando sul biologico e sui prodotti di qualità, ma la mancanza di reddito è una minaccia incombente e ormai la semplice vendita di prodotti non basta più e bisogna legarla ad altre. Al di fuori delle due cooperative attive nella nostra provincia, infatti, è difficile piazzare prodotti a prezzi remunerativi".
Incentrato sul ruolo dell'entroterra il discorso di Riccardo Giordano di Imperia: "Fino a due congressi fa, si ascoltavano da parte degli ospiti istituzionali discorsi di mera rappresentanza. Adesso c'è consapevolezza del nostro ruolo anche da parte delle istituzioni e quindi ci sono davvero le condizioni per arrivare alla creazione di un patto. Abbiamo creato strumenti come il Distretto floricolo, l'Istituto regionale per l'agricoltura e il Mercato dei fiori, ma adesso dobbiamo farli funzionare. La logica distrettuale deve servire a valorizzare l'entroterra e in questo senso la 'Legge sull'entroterra' è assolutamente propedeutica. Ma rimane il nodo delle Comunità montane, delle quali bisogna riscrivere le competenze visto che non sono in grado di assolvere ai compiti sui gradi avrebbero reali capacità di cambiamento. Servono politiche di marketing, segmentazione e posizionamento sul mercato. Senza dimenticare che i centri di valorizzazione dell'entroterra sono gli unici enti in grado di far decollare quelle aree".
Aldo Alberto di Savona ha sostenuto l'accostamento tra turismo e agricoltura: "Ci sono state molte belle dichiarazioni d'intenti, ma risultati zero. Per fortuna si è arrivati alla conclusione che bisogna fare sistema. Il turismo ha bisogno dell'agricoltura per uscire dalla semplice logica del week-end e della spiaggia. I prodotti albenganesi e sanremesi viaggiano in tutta Europa e possono diventare un ottimo biglietto da visita". Dubbi sono stati espressi anche sull'accorciamento della filiera commerciale: "In alcuni casi si sono raggiunti contatti diretti tra produttori e grandi catene di distribuzione, ma i risultati non ci sono stati: i ricavi non sono aumentati e in certi casi gli acquirenti hanno addirittura tirato al ribasso. Per quanto riguarda gli istituti di ricerca e il distretto floricolo, devono avere rapporti più stretti con la produzione, altrimenti falliscono".
Antonino Travo di Genova ha dipinto un quadro a tinte fosche della situazione: "Parlo da neopresidente ma anche da agricoltore, boscaiolo e allevatore. Per fare restare l'agricoltore sul territorio, serve il reddito. Io ho tre figli, lavoro tra le dieci e le dodici ore al giorno e faccio fatica ad arrivare a fine mese. Dobbiamo essere pronti al turismo agricolo e a tutte le altre attività in grado di salvare le aziende. Stiamo attenti, perché siamo in un momento difficile, soprattutto nell'entroterra, dove è in atto un processo di abbandono siamo vicini al collasso".
Dopo l'intervento del vicepresidente regionale Gianna Benedetti, sono seguiti il discorso conclusivo del vicepresidente nazionale Enzo Pierangioli e le votazioni. La quarta Assemblea ha provveduto anche ad eleggere i delegati per l'assemblea elettiva nazionale, in programma a Roma da mercoledì a venerdì prossimi. Oltre ai componenti della direzione Moscamora, Benedetti, Zilli, Giordano, Croese, Alberto, Sparso, Travo, Traversoni, rappresenteranno la Liguria Mariangela Cattaneo, Silvano Anfossi (Imperia), Flavio Corazza (Genova) e Cosimo Abbondanza (La Spezia). Mauro Sandri è stato invitato come responsabile regionale dell'Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli).
Ivano Moscamora è stato riconfermato alla guida della Confederazione italiana agricoltori della Liguria per il prossimo quadriennio dalla nuova Direzione regionale, eletta dai sessantotto delegati riuniti nella sala Paganini dell'hotel Bristol a Genova. Fino al 2010 sarà affiancato dalla vicepresidente Gianna Benedetti. Entrambi faranno parte della nuova Direzione regionale, composta anche da Daniela Zilli (Regionale), Riccardo Giordano, Paolo Anselmi, Franco Ardissone, Gianfranco Croese (Imperia), Aldo Alberto, Osvaldo Geddo, Valtero Sparso (Savona), Antonio Travo, Giulio Malavolti (Genova), Andreina Traversoni (La Spezia).
L'intervento del presidente uscente Moscamora si è focalizzato sulle esigenze dell'agricoltura ligure per superare il difficile momento di crisi: "Oggi all'agricoltura serve un progetto che provi a farci immaginare cosa può ambire ad essere questo comparto, quale prospettiva può traguardare per affrontare e superare una fase di vera e propria crisi strutturale. L'idea che a questo paese bastasse rendere meno forti le tutele e lo stato sociale, più incerto il lavoro, alleggerire dal peso fiscale alcune tipologie di imprese e fasce di reddito, tagliare risorse agli enti locali per far ripartire l'economia attraverso il ruolo salvifico di un mercato incontrollato, ha reso evidente il proprio fallimento. Siamo di fronte ad un settore che perde reddito, competitività e quote di mercato a scapito di altri paesi non tutti in via di sviluppo".
Moscamora ha poi analizzato le prospettive di collaborazione regionale tra istituzioni e mondo agricolo: "La nuova Giunta regionale ha ripreso immediatamente a rendere operativo ed efficace il tavolo verde, ridandogli dignità ed operatività adeguata, e ha aperto un confronto serio sulle metodologie con le quali affrontare il nuovo periodo di programmazione e, soprattutto, ha assunto il nostro documento 'Idee per un progetto' come metodo di lavoro. Credo che al settore farebbe comunque bene un momento di controllo e riflessione con gli altri attori dell'economia regionale, con le amministrazioni, i consumatori, il mondo ambientalista e i portatori di interessi diffusi".
Tre gli obiettivi per potenziare il settore: "Dobbiamo puntare ad avere, alla fine del prossimo Piano di sviluppo rurale 2007-2013, più aziende, più grandi, più robuste e più giovani. Il primo punto si raggiunge attivando tutte le misure possibili per favorire la messa a disposizione del terreno agevolando, attraverso la fiscalità locale, chi affitta creando degli strumenti di garanzia a favore dei proprietari che si rendono disponibili, e ripensando la legge regionale sulle terre incolte che, senza alcuna velleità espropriativa, torni ad essere uno strumento di stimolo alla mobilità fondiaria. Per ingrandire e irrobustire le imprese, sarà decisiva la funzione dei servizi di sviluppo e sostegno all'impresa agricola e ad una politica di rafforzamento delle forme di associazionismo economico, a partire dalla cooperazione. Il ricambio generazionale interno al settore dovrà essere sostenuto da misure come premi alla fasce d'età più basse e prepensionamenti, privilegiando la fornitura dei servizi e supporti a chi si insedia e legando l'erogazione del contributo ad un percorso di accompagnamento e tutoraggio".
Moscamora ha sollevato, infine, alcune perplessità sulle tematiche della certificazione e del lavoro: "La difficoltà di vedere riconosciuta la qualità dei nostri prodotti è testimoniata dalla fatica con la quale decollano i sistemi di certificazione delle produzioni, compresa la Dop. La scelta della qualità è irrinunciabile, ma probabilmente va rivisto il sistema della certificazione, semplificando le procedure e rendendo più basso possibile l'onere che si deve sopportare. Sul fronte della manodopera rimane complessa e macchinosa la procedura per reperirla, tanto più quando si tratta di lavoratori stranieri, con la umiliante lotteria dei permessi quotati che non consente alle imprese di poter programmare con certezza la propria attività, e le costringe a procedure burocratiche francamente eccessive e immotivate".
Dopo l'apertura dei lavori, si sono alternati i saluti degli ospiti: Claudio Pontiggia (Lega regionale cooperative), Giancarlo Cassini (assessore regionale all'Agricoltura), Alessandro Repetto (presidente della Provincia), Germano Gadina (vicepresidente regionale Coldiretti), Adriano Tuo (direttore regionale dell'associazione allevatori), Remo Tamburini (consiglio regionale Unipol), Vanda Valentini (Flai Cgil).
Particolarmente incisivi si sono rivelati gli interventi dei presidenti provinciali della Cia. Ha iniziato Andreina Traversoni di La Spezia: "I giovani sono il futuro dell'associazione. Molti sono entrati in azienda con forte entusiasmo, puntando sul biologico e sui prodotti di qualità, ma la mancanza di reddito è una minaccia incombente e ormai la semplice vendita di prodotti non basta più e bisogna legarla ad altre. Al di fuori delle due cooperative attive nella nostra provincia, infatti, è difficile piazzare prodotti a prezzi remunerativi".
Incentrato sul ruolo dell'entroterra il discorso di Riccardo Giordano di Imperia: "Fino a due congressi fa, si ascoltavano da parte degli ospiti istituzionali discorsi di mera rappresentanza. Adesso c'è consapevolezza del nostro ruolo anche da parte delle istituzioni e quindi ci sono davvero le condizioni per arrivare alla creazione di un patto. Abbiamo creato strumenti come il Distretto floricolo, l'Istituto regionale per l'agricoltura e il Mercato dei fiori, ma adesso dobbiamo farli funzionare. La logica distrettuale deve servire a valorizzare l'entroterra e in questo senso la 'Legge sull'entroterra' è assolutamente propedeutica. Ma rimane il nodo delle Comunità montane, delle quali bisogna riscrivere le competenze visto che non sono in grado di assolvere ai compiti sui gradi avrebbero reali capacità di cambiamento. Servono politiche di marketing, segmentazione e posizionamento sul mercato. Senza dimenticare che i centri di valorizzazione dell'entroterra sono gli unici enti in grado di far decollare quelle aree".
Aldo Alberto di Savona ha sostenuto l'accostamento tra turismo e agricoltura: "Ci sono state molte belle dichiarazioni d'intenti, ma risultati zero. Per fortuna si è arrivati alla conclusione che bisogna fare sistema. Il turismo ha bisogno dell'agricoltura per uscire dalla semplice logica del week-end e della spiaggia. I prodotti albenganesi e sanremesi viaggiano in tutta Europa e possono diventare un ottimo biglietto da visita". Dubbi sono stati espressi anche sull'accorciamento della filiera commerciale: "In alcuni casi si sono raggiunti contatti diretti tra produttori e grandi catene di distribuzione, ma i risultati non ci sono stati: i ricavi non sono aumentati e in certi casi gli acquirenti hanno addirittura tirato al ribasso. Per quanto riguarda gli istituti di ricerca e il distretto floricolo, devono avere rapporti più stretti con la produzione, altrimenti falliscono".
Antonino Travo di Genova ha dipinto un quadro a tinte fosche della situazione: "Parlo da neopresidente ma anche da agricoltore, boscaiolo e allevatore. Per fare restare l'agricoltore sul territorio, serve il reddito. Io ho tre figli, lavoro tra le dieci e le dodici ore al giorno e faccio fatica ad arrivare a fine mese. Dobbiamo essere pronti al turismo agricolo e a tutte le altre attività in grado di salvare le aziende. Stiamo attenti, perché siamo in un momento difficile, soprattutto nell'entroterra, dove è in atto un processo di abbandono siamo vicini al collasso".
Dopo l'intervento del vicepresidente regionale Gianna Benedetti, sono seguiti il discorso conclusivo del vicepresidente nazionale Enzo Pierangioli e le votazioni. La quarta Assemblea ha provveduto anche ad eleggere i delegati per l'assemblea elettiva nazionale, in programma a Roma da mercoledì a venerdì prossimi. Oltre ai componenti della direzione Moscamora, Benedetti, Zilli, Giordano, Croese, Alberto, Sparso, Travo, Traversoni, rappresenteranno la Liguria Mariangela Cattaneo, Silvano Anfossi (Imperia), Flavio Corazza (Genova) e Cosimo Abbondanza (La Spezia). Mauro Sandri è stato invitato come responsabile regionale dell'Agia (Associazione giovani imprenditori agricoli).