09 Marzo 2006
Assemblea della Cia di Milano e Lodi: non c'è sviluppo senza agricoltura. Paola Santeramo confermata presidente
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L'8 marzo si è svolta a Vimercate (Milano) la quarta Assemblea elettiva della Cia di Milano e Lodi. La ricorrenza della giornata della donna e il 50° anniversario della fondazione dell'Alleanza Contadini hanno reso i lavori particolarmente partecipati e coinvolgenti. In una sala affollata, tra mazzi di mimose e pannelli illustrativi della storia di tanti sacrifici, lotte e conquiste che hanno condotto alla nascita della Cia, ha introdotto la discussione Paola Santeramo, presidente provinciale uscente e riconfermata all'unanimità, insieme ai due vicepresidenti Dario Olivero e Giovanni Brambilla, imprenditori agricoli.
Importanti e variegati i temi toccati nella sua relazione: dalla necessità di trasformare l'organizzazione per meglio attuare le parole d'ordine nazionali "Patto, Unità, Reddito", alla consapevolezza di dover dialogare con tutta la società per rilanciare il ruolo della agricoltura come fattore competitivo di sviluppo sostenibile e come necessario riferimento culturale per preservare tradizioni locali e identità.
La multifunzionalità dell'impresa agricola nelle province di Milano e Lodi si traduce nella capacità di fornire beni e servizi a tutta l'area metropolitana, contrastando la continua riduzione dei terreni coltivati (a Cernusco, ad esempio, le terre agricole sono diminuite del 50 per cento) e valorizzando le risorse agricole in relazione alla qualità della vita, all'ambiente, al paesaggio, alle fonti di energia rinnovabili, alla sicurezza alimentare.
Gli imprenditori agricoli di Milano e Lodi sentono la responsabilità di preservare e incrementare il valore sociale del territorio, contrastando la tendenza a considerare la terra come riserva per costruire. Il Parco agricolo Sud Milano, prefigurato a suo tempo da un gruppo di fondatori della Cia, è ora una realtà di 900 aziende agricole. La Cia, presente nel Consiglio direttivo del Parco, intende far valere l'esperienza e i progetti degli agricoltori nell'ambito dei Piani di cintura urbana e della recente legge regionale sul governo del territorio.
Un ruolo più dinamico dell'imprenditore agricolo è necessario anche per andare oltre la nuova Pac, sulla quale una valutazione definitiva è forse ancora prematura. L'impressione espressa da molti è che in sede di applicazione si tenda a privilegiare la quantità della superficie e a premiare la rendita, con scarso riconoscimento del valore sociale del lavoro che l'impresa agricola, nonostante le gravi difficoltà, continua a fornire.
I redditi degli agricoltori si sono drammaticamente ridotti (-19 per cento) e vanno sostenuti con iniziative su molti fronti: dalla difesa della legalità (quote-latte) alla tutela dei prodotti e dei marchi di qualità, in collaborazione con i trasformatori e i consumatori. Nonostante i prezzi di produzione siano diminuiti (- 3,3 per cento), quelli al consumo sono aumentati. E' necessario sostenere lo sviluppo delle imprese agricole (in particolare quelle a conduzione femminile, che rappresentano un terzo del totale) riducendo la catena della distribuzione e consentendo l'autoproduzione di combustibili dalle biomasse.
La Cia di Milano e Lodi ha celebrato il 50° anniversario dell'Alleanza Contadini premiando 22 agricoltori e collaboratori con una targa ricordo. Alcuni tra i fondatori, presenti all'assemblea, hanno sottolineato lo spirito di squadra e di unità che ha sempre caratterizzato l'azione della Cia di Milano e Lodi, permettendole di ottenere importanti risultati nella crescita dell'organizzazione e nelle iniziative territoriali, dal simposio del 2004 sull'agricoltura multifunzionale al consorzio agrituristico Terre d'Acqua, dal progetto unitario di outlet alimentari in città alla prossima apertura alla stazione di Porta Genova a Milano del primo "sportello" per i servizi alla persona.
Un bilancio, dunque, positivo, inquadrato dalle conclusioni di Alberto Giombetti, presidente Inac e membro della Direzione nazionale Cia, in una più ampia strategia che prende atto del venire meno dei vecchi assetti sociali e di rappresentanza dell'agricoltura italiana e pone al centro degli interessi delle imprese agricole l'integrazione europea e il dialogo con tutta la società, come premessa per costruire un mercato agricolo redditizio, competitivo e multifunzionale.
L'8 marzo si è svolta a Vimercate (Milano) la quarta Assemblea elettiva della Cia di Milano e Lodi. La ricorrenza della giornata della donna e il 50° anniversario della fondazione dell'Alleanza Contadini hanno reso i lavori particolarmente partecipati e coinvolgenti. In una sala affollata, tra mazzi di mimose e pannelli illustrativi della storia di tanti sacrifici, lotte e conquiste che hanno condotto alla nascita della Cia, ha introdotto la discussione Paola Santeramo, presidente provinciale uscente e riconfermata all'unanimità, insieme ai due vicepresidenti Dario Olivero e Giovanni Brambilla, imprenditori agricoli.
Importanti e variegati i temi toccati nella sua relazione: dalla necessità di trasformare l'organizzazione per meglio attuare le parole d'ordine nazionali "Patto, Unità, Reddito", alla consapevolezza di dover dialogare con tutta la società per rilanciare il ruolo della agricoltura come fattore competitivo di sviluppo sostenibile e come necessario riferimento culturale per preservare tradizioni locali e identità.
La multifunzionalità dell'impresa agricola nelle province di Milano e Lodi si traduce nella capacità di fornire beni e servizi a tutta l'area metropolitana, contrastando la continua riduzione dei terreni coltivati (a Cernusco, ad esempio, le terre agricole sono diminuite del 50 per cento) e valorizzando le risorse agricole in relazione alla qualità della vita, all'ambiente, al paesaggio, alle fonti di energia rinnovabili, alla sicurezza alimentare.
Gli imprenditori agricoli di Milano e Lodi sentono la responsabilità di preservare e incrementare il valore sociale del territorio, contrastando la tendenza a considerare la terra come riserva per costruire. Il Parco agricolo Sud Milano, prefigurato a suo tempo da un gruppo di fondatori della Cia, è ora una realtà di 900 aziende agricole. La Cia, presente nel Consiglio direttivo del Parco, intende far valere l'esperienza e i progetti degli agricoltori nell'ambito dei Piani di cintura urbana e della recente legge regionale sul governo del territorio.
Un ruolo più dinamico dell'imprenditore agricolo è necessario anche per andare oltre la nuova Pac, sulla quale una valutazione definitiva è forse ancora prematura. L'impressione espressa da molti è che in sede di applicazione si tenda a privilegiare la quantità della superficie e a premiare la rendita, con scarso riconoscimento del valore sociale del lavoro che l'impresa agricola, nonostante le gravi difficoltà, continua a fornire.
I redditi degli agricoltori si sono drammaticamente ridotti (-19 per cento) e vanno sostenuti con iniziative su molti fronti: dalla difesa della legalità (quote-latte) alla tutela dei prodotti e dei marchi di qualità, in collaborazione con i trasformatori e i consumatori. Nonostante i prezzi di produzione siano diminuiti (- 3,3 per cento), quelli al consumo sono aumentati. E' necessario sostenere lo sviluppo delle imprese agricole (in particolare quelle a conduzione femminile, che rappresentano un terzo del totale) riducendo la catena della distribuzione e consentendo l'autoproduzione di combustibili dalle biomasse.
La Cia di Milano e Lodi ha celebrato il 50° anniversario dell'Alleanza Contadini premiando 22 agricoltori e collaboratori con una targa ricordo. Alcuni tra i fondatori, presenti all'assemblea, hanno sottolineato lo spirito di squadra e di unità che ha sempre caratterizzato l'azione della Cia di Milano e Lodi, permettendole di ottenere importanti risultati nella crescita dell'organizzazione e nelle iniziative territoriali, dal simposio del 2004 sull'agricoltura multifunzionale al consorzio agrituristico Terre d'Acqua, dal progetto unitario di outlet alimentari in città alla prossima apertura alla stazione di Porta Genova a Milano del primo "sportello" per i servizi alla persona.
Un bilancio, dunque, positivo, inquadrato dalle conclusioni di Alberto Giombetti, presidente Inac e membro della Direzione nazionale Cia, in una più ampia strategia che prende atto del venire meno dei vecchi assetti sociali e di rappresentanza dell'agricoltura italiana e pone al centro degli interessi delle imprese agricole l'integrazione europea e il dialogo con tutta la società, come premessa per costruire un mercato agricolo redditizio, competitivo e multifunzionale.