19 Settembre 2005
Acqua: per l'agricoltura mediterranea sarà sempre più emergenza. In Italia servono investimenti condivisi per almeno 20 miliardi di euro
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Da un incontro promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori emergono dati molto preoccupanti sulle risorse idriche e sulla loro gestione, in previsione della prossima apertura, nel 2010, dell'area Euromediterranea del libero scambio. Il presidente Politi: "Attenzione a sottovalutare il problema. Senza acqua non può esistere un'agricoltura di qualità"
"Le ripetute carenze idriche che hanno colpito l'agricoltura negli ultimi anni, da nord a sud, dimostrano che ci troviamo di fronte ad una carenza strutturale. Oltretutto, c'è da registrare che oggi l'intero apparato irriguo, in particolare nel Mezzogiorno, mostra gravissime distorsioni e disfunzioni. Basti pensare alle copiose perdite d'acqua che avvengono nelle condotte di adduzione e di distribuzione.".
Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo oggi a Taormina al convegno nazionale "Acqua, risorsa strategica per l'agricoltura del mediterraneo" . Un interessante meeting che ha ospitato, tra gli altri, gli interventi di Alessandro Salvatori e Carmelo Guerrieri della presidenza nazionale della Cia, del vicepresidente dell'Anbi Domenico Falcone e di Domenico Mastrogiovanni, Responsabile dell'Ufficio Sviluppo locale e federalismo della Cia, oltre a rappresentanti del mondo accademico e delle Istituzioni.
" Di fatto -ha rilevato Politi- il sistema idrico italiano (è proprio il caso di dirlo)- "fa acqua" da tutte le parti. Nonostante le forti somme investite in questi anni nelle infrastrutture idriche, sono state costruite opere che non si sono poi rivelate redditizie, specie dal punto di vista costi-benefici. Per migliorare sensibilmente la situazione occorre un investimento importante di circa 10 miliardi di euro. Somma necessaria per nuove opere e per ammodernare tutto il sistema di raccolta e di distribuzione delle acque.
"La gestione strategica delle risorse idriche -ha detto Politi- rappresenta un elemento irrinunciabile che rischia di limitare o impedire lo sviluppo delle regioni del mezzogiorno, regioni che entreranno a far parte nel 2010 dell'area di libero scambio Euro-Mediterrraneo"
Le cinque proposte dalla Cia
superare i ritardi nella implementazione della direttiva quadro sulle acqua, che hanno portato la Commissione ad aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia davanti alla Corte di Giustizia
completare le opere di raccolta e di adduzione già in parte realizzate;
ammodernare i sistemi irrigui per ottenere un uso controllato dell'acqua;
sperimentare la riutilizzazione delle acque reflue,facilitando gli usi plurimi delle acque irrigue e di bonifica;
attuare il piano nazionale per la lotta alla siccità ed alla desertificazione e rilanciare lo strumento della concertazione come previsto dal "Nuovo patto con la società", per il pieno coinvolgimento del partenariato economico e sociale ed una piena valorizzazione del ruolo multifunzionale dell'agricoltura.
Uso dell'acqua nei paesi del Bacino Mediterraneo
Nord
Agricoltura 50%
Usi industriali 36%
Usi civici 14%
Sud
Agricoltura 79%
Usi industriali 13%
Usi civici 8 %
Tutti i numeri dell'acqua
L'acqua ricopre il 71 per cento del nostro pianeta. La disponibilità idrica ammonta a livello mondiale a 40 mila chilometri cubi per anno. Si accede, però, soltanto a 13.500 chilometri cubi.
Il 40 per cento della popolazione mondiale abita in zone aride o semi-aride. Questa percentuale è destina a salire al 65 per cento nei prossimi anni.
Dal 1950 ad oggi, il consumo globale dell'acqua è triplicato. Ma solo il 21 per cento della popolazione mondiale controlla oltre il 76 per cento delle risorse idriche dolci utilizzate e ne consuma il 97 per cento. Di questo 76 per cento, il 65 per cento è in mano a soggetti privati. Il giro d'affari del mercato dell'acqua è di 300 miliardi di dollari.
Un miliardo e 200 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile e 2,4 miliardi non hanno abbastanza acqua per soddisfare le esigenze igieniche: una carenza che costa 3,4 milioni di vite (5 mila bambini al giorno) ogni anno. Dieci volte il numero delle vittime di conflitti bellici. Se nulla sarà fatto per rovesciare la situazione, il numero di persone che non avranno accesso all'acqua potabile si eleverà nel 2020 a più di 4 miliardi, metà della popolazione mondiale.
Mediamente una persona consuma 30 litri al giorno. Di questi: 5 litri sono usati per bere e cucinare, 25 per igiene personale. Una famiglia canadese consuma 350 litri al giorno, 165 una famiglia europea, 20 una famiglia africana.
L'attuale rete idrica italiana è un vero e proprio colabrodo, soprattutto nel Mezzogiorno, Siamo, purtroppo, campioni nello spreco. Ma campioni assetati: visto che sono 8,5 milioni gli italiani che vivono in zone ove l'acqua ha difficoltà ad essere erogata con continuità. Per la fatiscenza delle nostre infrastrutture, su 383 litri di acqua erogati mediamente per ogni cittadino, solo 278 litri arrivano realmente a destinazione. In Puglia di disperde il 28 per cento dell'acqua trasportata.
Da un incontro promosso dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori emergono dati molto preoccupanti sulle risorse idriche e sulla loro gestione, in previsione della prossima apertura, nel 2010, dell'area Euromediterranea del libero scambio. Il presidente Politi: "Attenzione a sottovalutare il problema. Senza acqua non può esistere un'agricoltura di qualità"
"Le ripetute carenze idriche che hanno colpito l'agricoltura negli ultimi anni, da nord a sud, dimostrano che ci troviamo di fronte ad una carenza strutturale. Oltretutto, c'è da registrare che oggi l'intero apparato irriguo, in particolare nel Mezzogiorno, mostra gravissime distorsioni e disfunzioni. Basti pensare alle copiose perdite d'acqua che avvengono nelle condotte di adduzione e di distribuzione.".
Lo ha affermato il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi intervenendo oggi a Taormina al convegno nazionale "Acqua, risorsa strategica per l'agricoltura del mediterraneo" . Un interessante meeting che ha ospitato, tra gli altri, gli interventi di Alessandro Salvatori e Carmelo Guerrieri della presidenza nazionale della Cia, del vicepresidente dell'Anbi Domenico Falcone e di Domenico Mastrogiovanni, Responsabile dell'Ufficio Sviluppo locale e federalismo della Cia, oltre a rappresentanti del mondo accademico e delle Istituzioni.
" Di fatto -ha rilevato Politi- il sistema idrico italiano (è proprio il caso di dirlo)- "fa acqua" da tutte le parti. Nonostante le forti somme investite in questi anni nelle infrastrutture idriche, sono state costruite opere che non si sono poi rivelate redditizie, specie dal punto di vista costi-benefici. Per migliorare sensibilmente la situazione occorre un investimento importante di circa 10 miliardi di euro. Somma necessaria per nuove opere e per ammodernare tutto il sistema di raccolta e di distribuzione delle acque.
"La gestione strategica delle risorse idriche -ha detto Politi- rappresenta un elemento irrinunciabile che rischia di limitare o impedire lo sviluppo delle regioni del mezzogiorno, regioni che entreranno a far parte nel 2010 dell'area di libero scambio Euro-Mediterrraneo"
Le cinque proposte dalla Cia
superare i ritardi nella implementazione della direttiva quadro sulle acqua, che hanno portato la Commissione ad aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia davanti alla Corte di Giustizia
completare le opere di raccolta e di adduzione già in parte realizzate;
ammodernare i sistemi irrigui per ottenere un uso controllato dell'acqua;
sperimentare la riutilizzazione delle acque reflue,facilitando gli usi plurimi delle acque irrigue e di bonifica;
attuare il piano nazionale per la lotta alla siccità ed alla desertificazione e rilanciare lo strumento della concertazione come previsto dal "Nuovo patto con la società", per il pieno coinvolgimento del partenariato economico e sociale ed una piena valorizzazione del ruolo multifunzionale dell'agricoltura.
Uso dell'acqua nei paesi del Bacino Mediterraneo
Nord
Agricoltura 50%
Usi industriali 36%
Usi civici 14%
Sud
Agricoltura 79%
Usi industriali 13%
Usi civici 8 %
Tutti i numeri dell'acqua
L'acqua ricopre il 71 per cento del nostro pianeta. La disponibilità idrica ammonta a livello mondiale a 40 mila chilometri cubi per anno. Si accede, però, soltanto a 13.500 chilometri cubi.
Il 40 per cento della popolazione mondiale abita in zone aride o semi-aride. Questa percentuale è destina a salire al 65 per cento nei prossimi anni.
Dal 1950 ad oggi, il consumo globale dell'acqua è triplicato. Ma solo il 21 per cento della popolazione mondiale controlla oltre il 76 per cento delle risorse idriche dolci utilizzate e ne consuma il 97 per cento. Di questo 76 per cento, il 65 per cento è in mano a soggetti privati. Il giro d'affari del mercato dell'acqua è di 300 miliardi di dollari.
Un miliardo e 200 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile e 2,4 miliardi non hanno abbastanza acqua per soddisfare le esigenze igieniche: una carenza che costa 3,4 milioni di vite (5 mila bambini al giorno) ogni anno. Dieci volte il numero delle vittime di conflitti bellici. Se nulla sarà fatto per rovesciare la situazione, il numero di persone che non avranno accesso all'acqua potabile si eleverà nel 2020 a più di 4 miliardi, metà della popolazione mondiale.
Mediamente una persona consuma 30 litri al giorno. Di questi: 5 litri sono usati per bere e cucinare, 25 per igiene personale. Una famiglia canadese consuma 350 litri al giorno, 165 una famiglia europea, 20 una famiglia africana.
L'attuale rete idrica italiana è un vero e proprio colabrodo, soprattutto nel Mezzogiorno, Siamo, purtroppo, campioni nello spreco. Ma campioni assetati: visto che sono 8,5 milioni gli italiani che vivono in zone ove l'acqua ha difficoltà ad essere erogata con continuità. Per la fatiscenza delle nostre infrastrutture, su 383 litri di acqua erogati mediamente per ogni cittadino, solo 278 litri arrivano realmente a destinazione. In Puglia di disperde il 28 per cento dell'acqua trasportata.