Ue: ruolo nuovo per agricoltura e foreste nel pacchetto clima-energia
Cia in campo fin da subito sulle due proposte normative
Ridurre del 30% entro il 2030 le emissioni di CO2 prodotte da agricoltura, trasporti, edilizia e rifiuti e compensare la deforestazione. Sono gli obiettivi principali delle due proposte normative approvate in via definitiva dal Parlamento europeo in seduta plenaria.
Gli obiettivi dell'Ue dovranno essere trasformati in finalità nazionali vincolanti per i quattro settori coinvolti, che non rientrano nell’attuale sistema di scambio delle quote di emissione (cosiddetti settori non-ETS), con uno scopo ben preciso: contribuire a rispettare l'impegno collettivo dell'Europa di ridurre del 40% le emissioni di gas a effetto serra in tutti i comparti e riportarli ai livelli del 1990, come previsto dall'Accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici.
Nel dettaglio, il regolamento in materia di azioni sul clima è stato approvato con 343 voti favorevoli, 172 contrari e 170 astensioni; mentre il regolamento volto a ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dall'uso del suolo e dalla silvicoltura e ad aumentare il livello delle emissioni assorbite dalle foreste per far fronte ai cambiamenti climatici è stato ratificato con 574 voti favorevoli, 79 contrari e 32 astensioni.
La nuova normativa prevede che gli Stati membri garantiscano che la deforestazione venga bilanciata da nuovi impianti; in più introduce le misure da adottare per promuovere l'assorbimento di CO2 delle foreste dai suoli coltivati e dai pascoli. In futuro, e se gli Stati lo vorranno, anche dalle zone umide.
Prima che entrambi i testi possano entrare in vigore, però, dovranno essere approvati formalmente anche dal Consiglio Ue.
Con l’approvazione delle due proposte di regolamento da parte del Parlamento, il pacchetto clima-energia dell’Ue si arricchisce del contributo delle foreste e dei suoli coltivati al complessivo sforzo di mitigazione dei settori non-ETS, tra cui c’è anche l’agricoltura. Se, dunque, ai fini climatici l’agricoltura era sempre relegata tra gli emettitori -osserva Cia- dal 2020 sarà possibile contabilizzare anche il ruolo degli assorbimenti (finora inclusi ai soli fini del protocollo di Kyoto). Un avanzamento importante nella direzione di valorizzare il ruolo dell’agricoltura e della silvicoltura come parte della soluzione al cambiamento climatico.
Le foreste europee, che valgono complessivamente 182 milioni di ettari (ovvero il 43% delle terre nell’Ue), riescono ad assorbire l’11% delle emissioni prodotte da tutti i settori. Con il contributo dei terreni agricoli, cui apre finalmente il nuovo regolamento, questa importante funzione ambientale e climatica potrà svilupparsi ulteriormente.
Cia-Agricoltori Italiani, che con Agrinsieme e il Copa Cogeca ha lavorato fin da subito alle due proposte normative e supportato il lavoro svolto dalla Commissione Agricoltura e Ambiente del Parlamento Ue, ritiene sostanziale il nuovo passaggio normativo e auspica un sempre maggior ruolo dell’agricoltura nella sfida ai cambiamenti climatici.