Attualità
Dieta Mediterranea, 10 anni di Patrimonio Unesco
16 Novembre 2020

Alleata nella sfida ai cambiamenti climatici. Altri 10 anni dagli obiettivi Agenda 2030

Dieci anni oggi da quel 16 novembre 2010 che fece delle Dieta Mediterranea uno dei patrimoni immateriali dell’umanità. A Nairobi, 166 Stati membri dell'Unesco votarono all'unanimità la candidatura non di un semplice elenco di alimenti, ma molto di più. In gioco, tradizioni e saperi tutti italiani, a custodia di biodiversità e identità culturali. 

Il 2020 arriva puntuale a ribadire il ruolo di uno schema alimentare che si radica su materie prime sane, frutto di stagionalità e anche sostenibili. Non a caso, l’appuntamento mette l’accento sullo sviluppo sostenibile, che è non solo ambientale, ma anche economico e sociale. Rinnova la necessità di più formazione ed educazione alimentare, come l’importante apporto che può venire dall’innovazione per la promozione e lo sviluppo di sistemi alimentari più resilienti al cambiamento e rispettosi di stili di vita sani. 

Del resto 10 sono anche gli anni che ci distanziano ancora dalla scadenza per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'ONU. Dunque, la Dieta Mediterranea si celebra oggi come simbolo e alleato del cambiamento per tre ragioni: nutrizionale, aiuta a mangiare bene restando in salute; ambientale, perché favorisce il consumo di alimenti con una minore impronta ecologica e, infine, sociale, perché ci responsabilizza come parte di una comunità che  può ridisegnare i sistemi alimentari attraverso il modo in cui produciamo, consumiamo e produciamo il cibo. Lo ricorda bene Fondazione Barilla che aggiunge: la Doppia Piramide Alimentare e Ambientale rappresenta una "guida” per dimostrare la strettissima relazione tra due aspetti di ogni alimento: il valore nutrizionale e l'impatto ambientale generato. Illustra come gli alimenti a minore impatto ambientale siano anche quelli alla base della Dieta Mediterranea, come ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva, frutta secca, cereali integrali, legumi, consigliati dai nutrizionisti per la nostra salute.

Nel frattempo, è stato annunciata l’istituzione di un Ufficio per la Dieta Mediterranea presso il Mipaaf, uno specifico portale web dedicato, un programma di comunicazione istituzionale nel 2021 sulle tematiche della Dieta mediterranea anche in vista di Expo Dubai e un progetto sull'Educazione alimentare nelle Scuole e nelle Università.

"Salvaguardare il patrimonio della Dieta Mediterranea -ha detto Bellanova- è necessità evidenziata nel 2005 anche dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, nel rapporto sulla Strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile. Ecco perché abbiamo fortemente voluto, nel nostro Paese, l'obbligo dell'indicazione d'origine in etichetta per latte, formaggi, pasta, riso, derivati del pomodoro, carni trasformate. E in Europa abbiamo chiesto di voltare radicalmente pagina sull'etichettatura nutrizionale fronte-pacco.  Crediamo nel diritto dei consumatori a informazioni corrette, a sistemi che garantiscano il diritto alla trasparenza sul viaggio del cibo dal campo e dal mare alla tavola, e che promuovano stili alimentari sani. La Dieta Mediterranea lo è”.

 


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